Accesso ai Mercati Esteri

La globalizzazione è un fenomeno ampiamente conosciuto, studiato e dibattuto.

Convinzione comune è che la diminuzione delle barriere doganali, il libero scambio, la libera circolazione delle persone e dei capitali, l’integrazione e la convergenza delle economie portino vantaggio alle grandi imprese multinazionali che riescono a sfruttare l’internazionalizzazione produttiva e il basso costo del lavoro.

Gli elevati costi fissi necessari a effettuare investimenti greenfield e i costi legati all’ingresso sui mercati esteri rendono più controverso l’effetto delle globalizzazione sulle piccole e medie imprese (PMI). In letteratura si ritiene che le PMI, caratterizzate da vincoli finanziari e manageriali, soffrano di vincoli all’internazionalizzazione che le spinge a operare sul mercato nazionale o scegliere forme di internazionalizzazione “leggere” come joint venture o partnership che implicano sunk cost minori e minori rischi. 


Più Opportunità


Nella nostra esperienza è invece evidente che la maggiore integrazione delle economie, soprattutto attraverso le nuove tecnologie, abbia reso più accessibili i mercati esteri lontani per le PMI che possono oggi operare in modo flessibile in ambito internazionale. La diminuzione dei costi di internazionalizzazione abbia, in questa seconda fase della globalizzazione, favorito le medie imprese italiane.